GILARDI Pier Celestino
Pier Celestino Gilardi nasce Campertogno (Vercelli) il 16 settembre 1837 , discendente da una famiglia di valenti scultori in legno, fu uno dei più ammirati pittori della Torino fine Ottocento.
La formazione varallese sotto il Frigiolini e la tradizione familiare l’avviarono dapprima alla scultura ed all’intaglio in legno ed in avorio.
Nel 1860 poté frequentare l’Accademia Albertina dove ebbe per maestro Andrea Gastaldi.
Vinta poi la “Pensione Caccia”, poté completare gli studi a Firenze e a Roma; nel 1870 gli fu assegnata da Quintino Sella la cattedra di disegno e plastica nelle scuole professionali di Biella; tre anni dopo venne chiamato da Gastaldi come insegnante aggiunto all’Accademia Albertina; nel 1883 ne fu nominato professore di disegno e nel 1889 in fine, succedette a Gastaldi stesso nella cattedra di pittura.
Iniziò la sua carriera con soggetti storici, molto di moda in quel momento.
In seguito il suo gusto si andava orientando verso altri soggetti. Il nonno in pensieri del ‘66, l’Offerta del ‘68, Una partita alla morra, che figurò all’Esposizione Internazionale di Londra del 1874 e fu acquistata a Torino da Vittorio Emanuele II. La sua predilezione fu rivolta ai quadri di genere ed è con questi soggetti che egli conquistò e mantenne per tanti anni le simpatie del pubblico italiano ed estero in moltissime mostre nazionali ed internazionali.
Scenette felicemente umoristiche, come Peccato di desiderio del ‘76 (Galleria d’Arte Moderna di Torino), studi accurati di costume, gustosi quadretti, soggetti spiritosi o lievemente scanzonati non potevano far a meno di piacere ed interessare la borghesia di fine secolo. Gli attori poi che compaiono in questi quadri sono di preferenza frati e vecchi, studiati con profonda attenzione e fine psicologia.
Un accurato e coscienzioso studio di teste senili è anche il famoso Hodie tibi cras mihi (1884), l’opera più celebrata ed ammirata del Gilardi, acquistato dal re Umberto e donato alla Galleria d’Arte Moderna di Torino.
Assai notevoli sono inoltre i ritratti che Gilardi eseguì in gran numero, anche se d’un verismo accentuato, e anche numerosi sono gli affreschi di soggetto sacro.
Se ne conservano in Francia ed in Svizzera, a Reggio Emilia e nel camposanto di Milano; ricordiamo quelli eseguiti in Valsesia, nella Cappella di S. Giuseppe della basilica del Sacro Monte, e nello sfondo della cappella della Sindone e particolarmente la Morte di S.Francesco sotto il portico della piazza maggiore del santuario.
Muore a Borgosesia il 4 ottobre 1905.