INCERTI Iller

 

Iller Incerti nasce a Montecchio Emilia dove vive tutt’ora. Ha conseguito nel 1988 il diploma all’Accademia di Belle Arti a Bologna. Fin da subito si dedica ad una ricerca artistica che lo distingue in chiave personale per l’uso dei segni sovrapposti alle immagini. Fin dagli esordi con l’arte, “diventa un ricercatore bulimico di immagini, un rabdomante che deve trovare, attraverso la loro sequenza, il fil rouge della storia”. Incerti si crea un archivio personale di frammenti di vita vissuta, di immagini della contemporaneità, di segni, di linee e di forme. La sua è un’esplorazione, un’ analisi, una raccolta a piene mani di tutto ciò che è fruibile e ha un significato sensibile ed evocativo. E’ un lavoro instancabile che va avanti all’infinito. Le immagini rubate e salvate nel pc, nei lavori più vecchi, vengono lavorate con programmi di sovrapposizione di figure e di segni, virate e contrastate, realizzate con effetti di stampa digitale. Ultimamente si avvale dei più moderni tablet e laptop per graphic-designer, colorando a mano e sovrascrivendo i segni per dar vita un’opera elaborata in modo totalmente estemporaneo e soggettivo. La validazione del lavoro avviene fin da subito, infatti dopo alcune mostre itineranti “Avamposti” curate da Marisa Vescovo, la prima esposizione importante avviene sotto l’egida di Achille Bonito Oliva che lo accosta alla pop art e al fumetto nella mostra del 1989 “Artoon l’influenza del fumetto nelle arti visive del XX secolo” presso il Palazzo della Civiltà e del Lavoro a Roma. Nel catalogo della mostra il critico salernitano a proposito di Incerti scrive: “L’artista adopera come segni del proprio paesaggio antropologico i simulacri bassi provenienti dai mass media, come lacerti di cultura orale e popolare, destinati all’obsolescenza ed all’oblio; l’artista recupera elabora e consegna a futura memoria ciò che invece andrebbe perduto(…) “Da allora le esposizioni ufficiali in musei, fondazioni, mostre personali, pubbliche e private sono arrivate ad oltre 300 ed il mercato del collezionismo dal Giappone, al Canada, al Sud America, fa a gara per accaparrarsi i suoi “pezzi” che sono presenti al New Orleans Museum of Art, all’Art Museum di Baltimora e al Musée d’Art Contemporain di Montreal. Io, come Critico d’arte ho seguito la sua produzione di questi ultimi dieci anni che è transitata da immagini montate come scatole luminose (lightbox) a videoart salvati su chiavette USB ad interni con accostamenti sprezzanti, ma pur sempre lirici ed evocativi.
Infatti Incerti è un ricercatore, un rabdomante ed è proprio per questo che la sua Arte deve modificarsi nella, forma, nel tempo e nello spazio per viaggiare attraverso mondi paralleli in cui la cripto arte è il collezionismo del futuro.

biografia a cura di Carla Bertone