Marco Lodola nasce a Dorno (Pavia) nel 1955. Frequenta l’Accademia di Belle Arti a Firenze e a Milano, conclude gli studi discutendo una tesi sui Fauves che con Matisse saranno un punto di riferimento per il suo lavoro, come anche Fortunato Depero ed il Beato Angelico.
Agli inizi degli anni ’80, a Milano, attraverso la Galleria di Luciano Inga Pin, ha fondato con un gruppo di artisti il movimento del Nuovo Futurismo, di cui è stato il principale teorico il critico Renato Barilli.
Sin dall’inizio dell’attività, la ricerca dell’utilizzo dei materiali industriali poveri, come il plexiglass, il perpex e gli smalti sono già fondamentali per il suo lavoro creativo, per poi giungere ad esperienze innovative. Li utilizza per ottenere delle immagini che rimandano direttamente ai suoi altri interessi culturali: dalla musica al cinema, dalla pubblicità al fumetto.
Dal 1983 ha esposto in grandi città italiane ed europee come Roma, Milano, Firenze, Bologna, Parigi, Lione, Madrid, Barcellona, Vienna, Amsterdam.
Ha partecipato ad esposizioni e a progetti per importanti industrie quali Swatch, Coca Cola, Titan, Vini Ferrari, Grafoplast, Nonino, Dash, Harley Davidson, Ducati, Riva, Illy (collana di tazzine d’autore), Carlsberg, Valentino, Coveri, Fabbri, I Mirabili, Shenker, e Seat.
Nel 1994 è stato invitato dal governo della Repubblica Popolare Cinese ad esporre nei locali degli ex archivi della città imperiale di Pechino.
Nel 1996 ha iniziato a lavorare negli Stati Uniti: Boca Raton, Miami e New York.
Ha partecipato alla XII Quadriennale di Roma e alla VI Biennale della Scultura di Montecarlo. Sono diverse le sue collaborazioni con scrittori contemporanei tra cui Aldo Busi, Marco Lodoli, Giuseppe Pulina, Claudio Apone, Tiziano Scarpa e Giuseppe Cederna.
Nell’estate del 1998, la Saatchi & Saatchi lo incarica di eseguire i disegni per le affiches di Piazza del Popolo a Roma, per l’Opera Lirica Tosca di Puccini. Nel medesimo anno fonda il “Gruppo ’98” impegnato a collegare artisti di diverse discipline, attraverso un’azione trasversale. Il manifesto del movimento viene reso pubblico nel suo studio-atelier di Pavia, un’ex-fabbrica aperta a: scrittori, musicisti e fotografi dove realizzano incontri interdisciplinari. Questo spazio verrà chiamato “LODOLANDIA”. Tale iniziativa produce effetti positivi, infatti lo scrittore Aldo Busi invita Lodola ad illustrare un volume del seicento del giapponese Ihara Saukaku per l’editore Frassinelli, anche Marco Lodoli, suo quasi omonimo, gli chiede di disegnare le copertine dei suoi romanzi. Sono stati attivi in eguale misura i rapporti con il mondo della musica e dello spettacolo.
Nel 2000 Lodola, da sempre legato alla danza, è stato incaricato dal Teatro Massimo di Palermo di realizzare “Gli avidi lumi”, quattro totem luminosi alti sei metri, raffiguranti episodi significativi delle nove opere in cartellone. Per l’occasione è stato realizzato un video-documentario di Sergio Pappalettera. Le sculture rimarranno collocate nelle maggiori piazze della città, come è già avvenuto a Montecarlo, Riccione, Bologna Paestum al Castello Visconteo di Pavia, San Paolo del Brasile e a Cagliari.
Nel 2001 per il Premio Letterario Nonino è stato autore delle opere assegnate ai vincitori dell’edizione. Nello stesso anno è stato incaricato di curare l’immagine del Carnevale di Venezia. Per l’occasione la Fondazione Bevilacqua la Masa ha organizzato la mostra Futurismi a Venezia con opere sue e quelle di Fortunato Depero.
Nel giugno del 2002 ha creato la scultura luminosa dedicata alla figura del grande imprenditore Venceslao Menazzi Moretti, che è stata installata nel nuovo parco nella città di Udine, la dove sorgeva il primo stabilimento della famosa birra.
(biografia consultabile su ARCHIVIO MARCO ODOLA)
COLMO Giovanni
Giovanni Colmo nasce a Torino il 13 maggio 1867. Autodidatta, si ispirò al tardo paesismo piemontese ottocentesco e trasse tutta la sua vena pittorica dalla frequentazione dei maestri dell’epoca: Lorenzo Delleani e Andrea Tavernier.
Trattò prevalentemente il paesaggio non disdegnando le nature morte e i soggetti floreali, lasciando un elevato numero di opere.
Partecipò assiduamente alle esposizioni della Promotrice delle Belle Arti e del Circolo degli Artisti di Torino.
Muore a Torino il 24 aprile del 1947.
TOSALLI Felice
Felice Tosalli nasce a Torino nel 1883. Pittore, scultore, litografo ed illustratore, frequentò dal 1887 al 1900 l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Dal 1905 al 1907 si trasferisce a Parigi, dove lavora come sbozzatore in legno in un laboratorio di restauro e frequenta il Jardin de Plantes. Rientrato a Torino opera come cartellonista per le case cinematografiche, e con Emilio Vacchetti alla Litografia Doyen.
Autore di ritratti e di sculture ispirate ai temi mitologici, tratta prevalentemente il legno e realizza pregevoli figure di animali. Espone alle mostre della Promotrice delle Belle Arti di Torino e, nel 1922, presenta i suoi lavori alla rassegna Fiorentina Primaverile di Roma.
Intorno alla fine degli anni Venti, inizia la sua collaborazione con la Manifattura Lenci. Partecipa alla mostra della Galleria Pesaro di Milano nel 1929.
Dal 1935 lavora per la casa tedesca Rosenthal, mentre nel 1946 opera con la Manifattura delle Ceramiche d’Arte Campionasi.
Muore a Torino nel 1958.
STURANI Mario
Mario Sturani nacque ad Ancona nel 1906. Fu pittore, illustratore ed ideatore di ceramiche, bambole, mobili e giocattoli soprattutto per la Manifattura Lenci.
Compì gli studi liceali a Torino, dove si trasferì con la famiglia. Aderì al movimento futurista e nel 1923, ancora studente, partecipò alla prima Mostra del Secondo Futurismo Torinese, firmando i suoi lavori con lo pseudonimo di Ivan Benzina. L’anno successivo fu presente alla Seconda Mostra Nazionale a Foglino, dove gli venne assegnato il secondo premio per la sezione “Bianco e nero”.
Al termine del liceo, si recò a Monza per tre anni e frequentò l’Istituto Superiore delle Arti Decorative e realizzò i primi modelli per la Lenci. Nel 1929, alla mostra alla Galleria Pesaro a Milano espose trentadue opere realizzate per la Lenci.
Si dedicò alle arti figurative, esordendo in qualità di scenografo e grafico pubblicitario.
Nei primi anni Trenta progettò una serie di copertine per la rivista di moda “Vogue”. Realizzò anche xilografie, caratterizzate da uno stile naturalistico e di gusto déco. Nel 1932 soggiornò a Parigi, rientrato in Italia collaborò con la Casa Editrice Frassinelli.
Morì a Torino nel 1978.
SCAVINI Koenig Helenchen
Scavini Koenig Helenchen nasce a Torino nel 1886 e nel 1907 conseguì il diploma di maestra fotografa a Düsseldorf. Successivamente decise di trasferirsi definitivamente in Italia. Nel 1917 iniziò a realizzare piccoli pupazzi di stoffa e, tre anni dopo, fondò la Manifattura Lenci.Nel 1928 iniziò a produrre ceramiche con la collaborazione di artisti come Tosalli, Grande, Chessa, Dodovich, Sturani, Golia e Vacchetti. Le Lenci diventarono popolari e furono esportate in tutto il mondo. Il successo, però, fu di breve durata in quanto nel 1929 una crisi colpì l’azienda, che l’anno successivo presentò la sua produzione alla IV Triennale di Arti decorative di Monza, mentre Sandro Vacchetti abbandonò la Manifattura Lenci per dare vita alla “Essevi”.
Nel 1933 entrarono a fare parte dell’azienda i fratelli Garella, ai quali in seguito, nel 1936, Helenchen Koenig cedette tutto. Un anno dopo venne assunta , per cinque anni, come direttrice artistica della manifattura che aveva fondato.
Muore a Torino nel 1974.
LENCI-ESSEVI-LE BERTETTI-RONZAN
BRUNETTO Silvio
Silvio Brunetto nato il 30 agosto 1932 a Ceretta di San Maurizio Canavese (Torino), muore a Torino nel 2024
Giovanissimo si è iscritto ai corsi di figura delle Scuole San Carlo a Torino, mentre nel 1951 inizia a visitare il Museo Civico d’Arte Antica, dove ammira le opere esposte dei grandi e storici maestri che riprende con rapidi ed essenziali schizzi.
L’anno successivo frequenta i corsi del nudo dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Contemporaneamente approfondisce la conoscenza del disegno dell’incisore Marcello Boglione, della limpida impostazione realistica di Felice Vellan, sino a cogliere la delicata gamma cromatica di Mario Lisa e la fantasia di matrice surreale dei Surfanta.
Uno studio e una formazione che gli hanno permesso di dipingere una serie di preziosi nudi femminili, di eseguire a matita i ritratti dei pittori Carlo Musso e Umberto Colli e dei violoncellisti durante le prove d’orchestra e, in particolare, delineare la figura di Rigoletto con il luminoso tocco dell’acquerello.
Seguendo gli insegnamenti di Marcello Boglione, dal 1953 al 1955, ha preso parte alle mostre del “Gruppo Bianco e Nero” allestite alla torinese Galleria della “Gazzetta del Popolo”.
Nel 1962 espone per la prima volta al Piemonte Artistico e Culturale di Torino, nel 1967 è presente alla “sociale” della Promotrice delle Belle Arti al Valentino e inaugura la prima mostra personale alla Galleria La Bottegaccia di Giaveno, vince il Premio al Trofeo Nazionale Gancia a Mango d’Alba e il Premio di Pittura Navetta d’Oro Città di Chieri, EPT-Pro Moncalieri.
Dopo aver partecipato nel 1969 alla Prima Biennale d’Arte Figurativa Contemporanea alla Galleria Arteviva di Torino, nel 1971 inizia a esporre al Circolo degli Artisti, dove presenta sino al 2017 le sue opere dal tratto figurativo, sempre misurato nella delicata resa dei soggetti, insieme a Ottavio Mazzonis, Angelo Saglietti, Roberto Terracini, Giuliano Emprin e Virgilio Audagna.
E nel 1974 collabora proprio con lo scultore Virgilio Audagna alla scuola di perfezionamento artistico di Cinaglio d’Asti.
Del 1983 è la mostra al Circolo degli Artisti di Torino, a cura di Angelo Mistrangelo, autore della monografia “Silvio Brunetto” delle edizioni F.I.M.I. di Torino e nel 1984 espone alla Camera di Commercio Italiana di Parigi.
Il suo percorso artistico e pittorico è corredato nel 1988 da un’ampia opera monografica, curata da Angelo Mistrangelo. L’anno seguente è invitato con una mostra personale alla Galleria Hyakugo di Tokyo e partecipa alla collettiva “Pittori e scultori da Torino a Volgograd”, Sala delle Esposizioni dell’Unione degli Artisti, Provincia di Torino, Regione di Volgograd.
Nel 2003 presenta al Circolo degli Artisti di Torino la monografia (Edizioni Alpi, Torino)dal titolo “Il fascino della neve”, curata da Angelo Mistrangelo, e nello stesso anno tiene una mostra personale alla Galleria Berman di Torino. Nel 2006 è invitato, in occasione delle Olimpiadi Invernali a Torino, all’esposizione “Olimpiadi Invernali 2006, neve a Torino”.
Nel 2012 la Regione Autonoma Valle d’Aosta gli dedica la rassegna “La Vallée, luci e colori” a cura di Angelo Mistrangelo con il coordinamento di Giuliana Godio. E tra il 2013 e il 2017, la Galleria Fogliato di Torino ha ospitato ben tre sue personali.
Nel corso della sua attività Brunetto ha partecipato e vinto diversi concorsi e premi di pittura a livello nazionale, e collaborato con gli scrittori piemontesi per illustrare le copertine dei loro libri come il giallo di Pier Massimo Prosio “Natale al Castello” delle Edizioni Fògola.
a cura di Angelo Mistrangelo
CASORATI Francesco
LODOLA Marco
Marco Lodola nasce a Dorno (Pavia) nel 1955. Frequenta l’Accademia di Belle Arti a Firenze e a Milano, conclude gli studi discutendo una tesi sui Fauves che con Matisse saranno un punto di riferimento per il suo lavoro, come anche Fortunato Depero ed il Beato Angelico.
Agli inizi degli anni ’80, a Milano, attraverso la Galleria di Luciano Inga Pin, ha fondato con un gruppo di artisti il movimento del Nuovo Futurismo, di cui è stato il principale teorico il critico Renato Barilli.
Sin dall’inizio dell’attività, la ricerca dell’utilizzo dei materiali industriali poveri, come il plexiglass, il perpex e gli smalti sono già fondamentali per il suo lavoro creativo, per poi giungere ad esperienze innovative. Li utilizza per ottenere delle immagini che rimandano direttamente ai suoi altri interessi culturali: dalla musica al cinema, dalla pubblicità al fumetto.
Dal 1983 ha esposto in grandi città italiane ed europee come Roma, Milano, Firenze, Bologna, Parigi, Lione, Madrid, Barcellona, Vienna, Amsterdam.
Ha partecipato ad esposizioni e a progetti per importanti industrie quali Swatch, Coca Cola, Titan, Vini Ferrari, Grafoplast, Nonino, Dash, Harley Davidson, Ducati, Riva, Illy (collana di tazzine d’autore), Carlsberg, Valentino, Coveri, Fabbri, I Mirabili, Shenker, e Seat.
Nel 1994 è stato invitato dal governo della Repubblica Popolare Cinese ad esporre nei locali degli ex archivi della città imperiale di Pechino.
Nel 1996 ha iniziato a lavorare negli Stati Uniti: Boca Raton, Miami e New York.
Ha partecipato alla XII Quadriennale di Roma e alla VI Biennale della Scultura di Montecarlo. Sono diverse le sue collaborazioni con scrittori contemporanei tra cui Aldo Busi, Marco Lodoli, Giuseppe Pulina, Claudio Apone, Tiziano Scarpa e Giuseppe Cederna.
Nell’estate del 1998, la Saatchi & Saatchi lo incarica di eseguire i disegni per le affiches di Piazza del Popolo a Roma, per l’Opera Lirica Tosca di Puccini. Nel medesimo anno fonda il “Gruppo ’98” impegnato a collegare artisti di diverse discipline, attraverso un’azione trasversale. Il manifesto del movimento viene reso pubblico nel suo studio-atelier di Pavia, un’ex-fabbrica aperta a: scrittori, musicisti e fotografi dove realizzano incontri interdisciplinari. Questo spazio verrà chiamato “LODOLANDIA”. Tale iniziativa produce effetti positivi, infatti lo scrittore Aldo Busi invita Lodola ad illustrare un volume del seicento del giapponese Ihara Saukaku per l’editore Frassinelli, anche Marco Lodoli, suo quasi omonimo, gli chiede di disegnare le copertine dei suoi romanzi. Sono stati attivi in eguale misura i rapporti con il mondo della musica e dello spettacolo.
Nel 2000 Lodola, da sempre legato alla danza, è stato incaricato dal Teatro Massimo di Palermo di realizzare “Gli avidi lumi”, quattro totem luminosi alti sei metri, raffiguranti episodi significativi delle nove opere in cartellone. Per l’occasione è stato realizzato un video-documentario di Sergio Pappalettera. Le sculture rimarranno collocate nelle maggiori piazze della città, come è già avvenuto a Montecarlo, Riccione, Bologna Paestum al Castello Visconteo di Pavia, San Paolo del Brasile e a Cagliari.
Nel 2001 per il Premio Letterario Nonino è stato autore delle opere assegnate ai vincitori dell’edizione. Nello stesso anno è stato incaricato di curare l’immagine del Carnevale di Venezia. Per l’occasione la Fondazione Bevilacqua la Masa ha organizzato la mostra Futurismi a Venezia con opere sue e quelle di Fortunato Depero.
Nel giugno del 2002 ha creato la scultura luminosa dedicata alla figura del grande imprenditore Venceslao Menazzi Moretti, che è stata installata nel nuovo parco nella città di Udine, la dove sorgeva il primo stabilimento della famosa birra.
(biografia consultabile su ARCHIVIO MARCO ODOLA)
MANFREDI Sergio
Sergio Manfredi è nato a Torino il 6 ottobre 1932. Sin da giovanissimo inizia a studiare sotto la guida del suo primo maestro Piero Ferraris. Più tardi sarà allievo di Carlo Musso che ne completerà la formazione artistica. Frequenta intanto gli studi di Alessandro Lupo, di Cesare Maggi e di Adolfo Rolla. Segue i corsi di nudo all’Accademia Albertina di Torino e inizia ad esporre nel 1954 alla Promotrice delle Belle Arti di Torino poi alla Quadriennale nel 1955.
Frequenta gli artisti F.Velan, T. Deabate, A. Sicbaldi e I. Mus. Nel 1975 gli è stato conferito il premio Follini e nel 1980 il Premio Turbil del Circolo Artisti di Torino di cui è socio da tanti anni.
Dal 2007 soggiorna frequentemente a Marrakech in Marocco.
Dal 1966 ha esposto in molte gallerie d’arte di Torino, Milano, Cremona, Firenze, Asti, Cuneo, Alassio, Bergamo, Verona.
POMODORO Bruto
Nato a Milano nel 1961, Bruto Pomodoro inizia il suo percorso artistico nel 1994, lasciandosi alle spalle una lunga carriera dedicata al disegno scientifico.
Superate le prime esperienze figurative, approda ben presto a una personale ricerca pittorica, rigorosamente astratta, che cerca di coniugare lessici di alcune avanguardie astratte con una propria sintassi simbolico – narrativa, volta a investigare i misteri dell’evoluzione e dello sviluppo delle forme viventi attraverso un attento studio dei rapporti cromatici e compositivi.
Dai due primi cicli, denominati rispettivamente Contemplazioni ed Elogi del Quadrato, si assiste a una graduale rarefazione degli spazi costruttivi, inizialmente molto vicini alle tematiche concretiste, e ad un abbandono delle policromie accese riscontrabili nei suoi primi lavori: da questo percorso nascono le opere intitolate Codici Algenici, dove l’artista è interessato a evidenziare il rapporto dialettico che lega la potenzialità morfologica del vivente – rappresentato dall’elemento archetipale – alla valenza signica del DNA, analizzato attraverso le “trasmutazioni alchemiche” offerte dall’ingegneria genetica.
Pomodoro prosegue quindi la propria ricerca focalizzando l’attenzione unicamente sulla matrice cardine del proprio lavoro: l’archetipo piene, per un’esigenza di sintesi, l’unico protagonista delle ultime opere, che si sviluppano seguendo due percorsi paralleli. Vengono così alla luce i Sagomati – lavori realizzati con la tecnica del collage, dove l’interesse si sposta sulla visualizzazione tridimensionale dei persi piani di intreccio della figura primigenia, per arrivare alla logica conclusione della sua rappresentazione nella scultura a tutto tondo – e i Disgiunti, dove la ricerca si concentra sulla scomposizione entropica degli elementi costitutivi dell’Archetipo, in una rappresentazione concettuale delle leggi fisiche della Termodinamica che governano i flussi di energia e, allo stesso tempo, in una allegoria della vita e della morte.
Bruto vive e lavora tra Milano e Pietrasanta, esponendo le sue opere in numerose esposizioni pubbliche e private, sia in Italia che all’estero.
Fra le rassegne pubbliche a lui personalmente intitolate vanno citate le mostre tenutesi nel 1997 a Siena (Palazzo Patrizi), a Riccione (Palazzo Comunale del Turismo) e a Cesena (Galleria Ex Pescheria), intitolate Contemplazioni, la mostra tenutasi nel 2001 a Sarzana (Chiostro di San Francesco) intitolata Bruto Pomodoro – Elogi del Quadrato – 1998/2001, la mostra del 2002 a Courmayeur (Maison Fleur) intitolata Codici Algenici, le rassegne di Pietrasanta (Chiostri di S. Agostino) e di Cattolica (Galleria Comunale S. Croce), intitolate Codici Armonici, entrambe del 2005 e la grande personale tenutasi nel settembre del 2007 a Rimini (Palazzo del Podestà) intitolata Bruto Pomodoro, Evoluzione delle forme archetipo – Viaggio verso la tridimensione.
Della bibliografia, ricca di testi critici a lui dedicati, vanno ricordati gli scritti di Riccardo Barletta, Rossana Bossaglia, Luciano Caramel, Luca Beatrice, Martina Corgnati, Alberto Fiz, Flaminio Gualdoni, Ermanno Krumm, Janus, Roberto Sanesi, Alberto Veca, Caterina Zappia e Marisa Zattini.