Giovanni Fattori nasce a Livorno il 6 settembre 1825 e inizia a lavorare fin da piccolo al banco d’affari del fratellastro Rinaldo, manifestando una precoce passione e un indubbio talento per il disegno. A 15 anni il padre Giuseppe lo manda perciò a lezione dal pittore Giuseppe Baldini. E’ il 1846 quando Fattori si trasferisce a Firenze, dove studia per alcuni mesi con Giuseppe Bezzuoli per poi iscriversi all’Accademia di Belle Arti.
Dopo un apprendistato presso Giuseppe Baldini, un artista livornese con esperienze romane, si stabilisce a Firenze nel 1846 per studiare privatamente con Giuseppe Bezzuoli, ma già alla fine di quell’anno s’iscrive all’Accademia di Belle Arti. Degli anni della sua formazione artistica esistono pochi documenti e quei pochi di scarso valore. Frequentatore assiduo del Caffè Michelangelo nel 1892 dipinge a fresco un Trovatore, soggetto caro al romanticismo storico.
Nel 1854 esegue il suo primo quadro di qualità a noi noto: l’Autoritratto ora alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, a Firenze.
Dal 1858 si dedica a meditate ricerche analitiche per ottenere una composizione basata sui rapporti ombra-luce, decisamente astrattiva, il cui esito fu la Maria Stuarda al campo di Crookstone, cui lavorò dal 1858 al 1861. All’estate del 1859 risalgono le tavolette che raffigurano i soldati francesi di stanza alle cascine, molto ammirate da Nino Costa, il quale consigliò all’artista di partecipare al Concorso Ricasoli per il tema di storia contemporanea. Vinto il concorso con il bozzetto del Campo italiano dopo la battaglia di Magenta, Fattori si recò nell’estate del 1861 sui luoghi della battaglia, per studiare gli effetti di luce e d’atmosfera.
Il quadro non ancora finito fu presentato alla prima Esposizione nazionale, allestita a Firenze nel settembre di quell’anno. Al 1861 risalgono anche il Ritratto della cugina Argia (Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti), e probabilmente quello dei Fidanzati. Fra il 1862 e il 1866, Fattori, tornato a vivere a Livorno, si applica con impegno alla pittura di paese e al ritratto, i medesimi generi che a Firenze erano argomento delle ricerche dei macchiaioli a Piagentina. Nel 1867 si stabilisce nuovamente a Firenze e partecipa al Concorso di Pittura nazionale, vincendo un premio con la redazione monumentale dell’Assalto alla Madonna della Scoperta (1868, Livorno, Museo Civico Giovanni Fattori). Ospite dell’amico Diego Martelli a Castiglioncello ebbe l’opportunità di lavorare in fruttuosa dimestichezza con Abbati e Borrani.
Nel 1869 Fattori riceve dall’Accademia di Belle Arti di Firenze la nomina a professore di pittura.Nel 1870 ottiene un premio all’Esposizione nazionale di Parma con il Principe Amedeo ferito a Custoza. Nel 1872 si reca a Roma per l’esecuzione di un importante dipinto, il Mercato di cavalli in piazza Montanara, esposto nel 1873 a Vienna e poi perduto in un naufragio durante il ritorno in Italia dopo l’esposizione di Melbourne del 1880. Nel 1875 si reca a Parigi insieme a Francesco Gioli, Egisto Ferroni e Niccolò Cannicci, dove s’interessa soprattutto alla pittura Barbizon e all’opera di Corot. Al ritorno fu ospite di Francesco Gioli a Fauglia, sulle colline pisane, dove dipinse amabili immagini femminili immerse nel paesaggio.
Dal 1880 si dedica quasi solo ai soggetti militari e campestri, spesso ambientati in Maremma, come quelli ispirati a esperienze vissute alla Marsiliana, presso Albinia, ospite di Tommaso Corsini, quali la Merca dei puledri e il Salto delle pecore esposti a Venezia nel 1887 insieme al Riposo (Milano, Pinacoteca di Brera). Si applica assiduamente all’acquaforte e nel Fattori espone delle acqueforti alla Prima Esposizione di Belle Arti di Bologna. Nella circostanza, l’Accademia locale lo nomina membro onorifico.